VALERIA VACCARO


E’ nata a Torino nel 1988, dove vive e lavora. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, studia scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ed espone dal 2005. Tra il 2013 e il 2015 partecipa alla Biennale itinerante europea JCE Jeune Création Européenne e, nel 2015 espone ad Exhibit (Torino) e al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivara. Nel 2017, in occasione dell’art Prize CBM, vince una menzione speciale dalla città di Torino.

La ricerca artistica di Valeria Vaccaro ruota intorno alla combustione e alla forza positiva e rigeneratrice del fuoco, quale elemento capace di  trasfigurare la materia conducendola a compiere un irreversibile passaggio di stato. Sia nei Marmiferi, fiammiferi di marmo sottoposti a processi di combustione più o meno avanzata, che nelle casse Handle with care o negli Urban platform burned, bancali Epal combusti, il fuoco assume un ruolo determinante e salvifico: gli oggetti riprodotti, anche quelli più banali, se sottoposti ad un processo di combustione -solo apparente perché ottenuto tramite un’attenta tecnica di colorazione a inchiostro del marmo- subiscono una metamorfosi, una trasfigurazione. Ad interessare la scultrice è proprio il processo di mutazione del materiale nel tempo, ovvero la sequenza di cambiamenti fisici e chimici subiti dal legno o dalla cera durante le diverse fasi di combustione; un processo  arrestato sempre prima che il fuoco consumi o trasformi interamente l’oggetto, per restituirci il senso dell’azione in divenire. Un concetto anticipato nelle Combustioni -cinque scatti fotografici realizzati in serie dove il fuoco, fotografato in divenire, è come fermato nel suo agire- poi ulteriormente sottolineato nell’installazione Sottile Artificio linear, dove le tredici candele – anch’esse realizzate in marmo- spente nelle diverse fasi di consumazione riflettono sul concetto di soglia-limite, di passaggio di stato nel tempo. Le opere di Valeria Vaccaro trascendono la materia e il loro status quo di oggetti materiali, innestando una riflessione sulla duplice natura del tempo: da un lato la sua caducità, la deperibilità del tempo fisico determinata dalla sua misurabilità, dall’altro la sua ineluttabilità.

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