a cura di Beatrice Audrito
6 – 19 giugno 2022
ADI Design Museum, Milano
Dal 6 al 19 giugno l’ADI Design Museum di Milano ospiterà Conversations with emotional journeys, la mostra personale dell’artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia (Lugano, 1996), a cura di Beatrice Audrito. Il progetto è promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia in collaborazione con l’Associazione Culturale Plana.
In questa occasione Braglia riflette sul tema del viaggio, fisico come interiore, ponendo l’attenzione sulla necessità di tornare a viaggiare per conoscere continenti e culture lontane, dopo la riscoperta del nostro territorio grazie al turismo di prossimità praticato in questi ultimi anni a causa della pandemia mondiale. Come sottolinea l’artista: «dopo due anni di pandemia che ha stravolto gli equilibri del pianeta, finalmente possiamo tornare a viaggiare, uscire dalla propria “comfort zone” per incontrare l’altro, aprirci a culture diverse, provare nuovi cibi e immergerci in paesaggi inaspettati. Viaggiare stimola la mente e la creatività». Una tematica di cui l’artista si occupa da sempre, raccontando le contraddizioni del nostro tempo attraverso il suo obiettivo fotografico grazie ad una ricerca interessante, al confine tra fotografia e scultura, con la quale Braglia trasforma i suoi scatti fotografici in sculture e installazioni tridimensionali. Servendosi della tecnica innovativa del wrapping, l’artista dà corpo alla fotografia tradizionale utilizzando supporti fotografici alternativi: busti classici, scudi, bocche e altre forme scultoree che riveste di immagini fotografiche scattate durante i suoi viaggi, per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione superandone i limiti. Una narrazione visiva condotta servendosi di medium diversi come la fotografia, la scultura, il colore. In mostra otto sculture raccontano il viaggio fotografico di Braglia che nel corso del 2018 ha visitato sei paesi del mondo, dedicando l’intero anno all’esplorazione di nuovi territori e al contatto con culture lontane. Fotografie suggestive di luoghi naturali e paesaggi urbani scattate in Australia, Cina, Giappone, Namibia, Nuova Zelanda e Portogallo. Immagini affascinanti che si incarnano tra le labbra sinuose di bocche greco-romane quale escamotage per rievocare lo spirito delle “Conversations” (Conversazioni) di Braglia, un titolo utilizzato spesso dall’artista al fine di sottolineare l’esigenza intima di aprire un dialogo con il fruitore.
Giacomo “Jack” Braglia – Conversations with emotional journeys
L’associazione culturale Plana ha avuto il piacere di dare il proprio contributo al progetto dell’artista fotografo Giacomo “Jack” Braglia, Conversations with emotional journeys, promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia ed esposto presso ADI Design Museum di Milano. Un’esperienza non nuova con Plana vista la precedente del settembre 2021, Conversations with a changing world, organizzata sempre nella città di Milano. Un rapporto di vicinanza con Jack Braglia, evidenziato dai temi e dai contenuti che l’artista mette in luce, riflessioni che trovano piena sinergia con i valori dell’Associazione stessa. Nei suoi ultimi lavori il tema del viaggio, come possibilità di contatto con i diversi mondi, come espressione di apertura fisica ed interiore non può che ricondurci al ripensare il nostro rapporto con il pianeta e al valore della nostra responsabilità Etica, concetti fondanti e costantemente promossi dalla Associazione Culturale Plana.
Fabrizio Citton
Associazione Culturale Plana
Giacomo “Jack” Braglia (Lugano, 1996)
E’ un artista e fotografo svizzero che attualmente vive e lavora a Londra. Appassionato d’arte fin da bambino, Braglia si avvicina alla fotografia all’età di undici anni, quando riceve in dono la sua prima macchina fotografica. A soli diciassette anni compie il suo primo viaggio di volontariato in Africa e, rapito dall’atmosfera dell’Etiopia, ne racconta fotograficamente i paesaggi e la cultura. Ha così inizio il suo viaggio artistico.
Colpito dalle possibilità del mezzo fotografico inizia a scattare, rivolgendo da subito il suo sguardo a tematiche molto precise di matrice ambientale o sociale. Mentre porta a termine il suo percorso formativo laureandosi in Global Management alla Regents University di Londra e poi conseguendo un master in International Marketing presso la HULT Business School di Londra, durante gli anni di studio Braglia frequenta corsi di fotografia e workshop che gli permettono di sperimentare nuove tecniche, approfondire le problematiche estetiche ed affinare le proprie capacità esecutive.
La ricerca di Giacomo “Jack” Braglia affronta temi di straordinaria attualità come la riscoperta di culture e continenti lontani, il tema della migrazione dei popoli, l’inquinamento dei mari, lo sfruttamento delle risorse naturali e il cambiamento climatico; problematiche complesse che l’artista sviluppa viaggiando in diversi paesi del mondo, al fine di raccontare con i suoi scatti le contraddizioni del nostro tempo. Appassionato d’arte e di cultura classica, Braglia supera molto presto il medium fotografico mettendo a punto una ricerca molto interessante al confine tra fotografia e scultura. Servendosi di una tecnica innovativa, l’artista dà corpo alla fotografia tradizionale utilizzando supporti fotografici alternativi realizzati in forme e materiali diversi come acciaio, gesso e resina. Busti classici, scudi, sfere e altre forme scultoree ispirate al periodo ellenico che Braglia riveste di immagini fotografiche con la tecnica del wrapping per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione, superandone i limiti.
Grazie alla sua ricerca, in questi anni Braglia collabora con numerosi fotografi ed è protagonista di numerose mostre personali a Londra, Venezia e Cortina d’Ampezzo, ospitate dalla Galleria Contini, partecipando anche alla fiera d’arte internazionale Artrooms di Londra. Nel 2019 partecipa alla 58ma Biennale di Venezia con la mostra #MayYouLiveToHelpWalkers, ospitata nel Padiglione della Repubblica Araba Siriana, e vince il Visvamitra International Award of Excellence, assegnatogli a Siracusa (Sicilia). Nello stesso anno progetta insieme allo scultore Helidon Xhixha la grande scultura ambientale The Twin Bottles: Message in a Bottle,che riproduce in scala aumentata due bottiglie di plastica che galleggiano come rifiuti abbandonati, per sensibilizzare il pubblico sul tema della dispersione della plastica nei mari. L’opera, presentata a Venezia in Canal Grande a luglio 2019, è divenuta il simbolo della lotta contro la plastica nei mari e ha iniziato un lungo viaggio per portare il suo messaggio per un mondo più pulito; esposta nel Giardino della Triennale Milano e poi ospitata nello spazio acqueo dello Yacht Club di Monaco Marina, a giugno 2020 The Twin Bottles: Message in a Bottle ha raggiunto il lungomare di Forte dei Marmi per approdare poi nelle acque del lago Ceresio di Lugano e infine, nel 2021, a Bad Ragaz in occasione di Bad RagARTz, la 8° edizione del Festival della scultura triennale, dove Braglia ha esposto anche una serie di sculture sul tema ambientale realizzate in collaborazione con l’artista Kelly Halabi. Nell’estate 2020 Giacomo “Jack” Braglia è invitato ad esporre sul lungomare di Forte dei Marmi dove presenta Conversations with a Changing World, un progetto di scultura ambientale a cura di Beatrice Audrito, che richiama l’attenzione sul tema della salvaguardia dell’ambiente. A ottobre dello stesso anno il progetto è ospitato dalla città di Lugano, nella splendida cornice naturale di Parco Ciani, dove le opere di Braglia dialogano con un mondo che cambia. Nell’estate 2021 realizza la personale Conversations with Sustainability al Circolo del Castellazzo di Parma, in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura e partecipa alla Triennale di Maroggia e alla rassegna internazionale OpenArt di Roveredo, Svizzera. A settembre 2021 è presente al Fuori Salone, con una mostra sul tema ambientale all’Acquario Civico di Milano, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Plana.
Comunicazione e Press Office:
Paola Bonvicini
Helsinn Group Head of Communication
Lugano, Switzerland
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Un progetto promosso da:
Fondazione Gabriele e Anna Braglia
In collaborazione con:
Associazione culturale Plana