ARCHETIPI DEL CONTEMPORANEO. Luca Freschi / Antonio De Luca
a cura di BEATRICE AUDRITO
20 MAGGIO – 26 GIUGNO / 2022
UMA GALLERY – NOVARA
UMA Gallery è lieta di presentare Archetipi del Contemporaneo, la mostra bi-personale dedicata agli artisti Luca Freschi (Forlimpopoli, 1982) e Antonio De Luca (Pompei, 1977), a cura di Beatrice Audrito.
L’esposizione, che inaugurerà venerdì 20 maggio nello spazio espositivo di Novara, pone in dialogo due artisti contemporanei –il primo formatosi nell’ambito della scultura faentina, il secondo con una formazione principalmente pittorica– mettendone in luce la visione comune, le affinità e le peculiarità della ricerca. Due artisti apparentemente diversi, accomunati però dalla stessa attitudine multidisciplinare e da un forte dinamismo progettuale che si esprime con grande libertà compositiva, conducendoli alla costruzione di un proprio codice formale. Un linguaggio coerente e personalissimo che abbraccia la pittura e la scultura fino a sconfinare nell’installazione.
In mostra una ventina di opere pittoriche e scultoree –frutto della loro ultima fase di ricerca–, consentono al fruitore di entrare nell’universo creativo di Freschi e De Luca, un mondo fatto di archetipi visivi, figure mitologiche e simbologie ricorrenti. Proprio l’archetipo (dal greco archétypon, comp. da Arché “principio” e týpos “modello”) è il modello o matrice di partenza della loro riflessione sul mondo. Un’indagine condotta servendosi di medium diversi che confluiscono in un unico output: sculture a tutto tondo o pavimenti in ceramica realizzati da Freschi con la tecnica del calco, e figure o elementi vegetali appena abbozzati ottenuti da De Luca stendendo la pittura a olio sulla carta da spolvero. Immagini delicate dal sapore antico quale pretesto per affrontare tematiche universali, oggi più che mai di grande attualità, che affliggono l’uomo contemporaneo come il tema dello scorrere del tempo, la memoria –nella sua dimensione personale e collettiva– , o la caducità della vita, nella natura come nell’esistenza umana. Nel dare forma alle loro opere, i due artisti utilizzano lo stesso modus operandi: un approccio assolutamente contemporaneo che prende liberamente spunto dal reale, dalla storia o dalla mitologia. Compiendo libere incursioni tra passato e presente, Freschi e De Luca selezionano con acume gli elementi compositivi delle loro opere, utilizzando oggetti del quotidiano o soggetti presi in prestito da altri mondi per poi ricollocarli altrove, attualizzandoli fino a trasformarli in icone, archetipi del contemporaneo. Un’operazione di matrice concettuale che li sottrae dal loro contesto originario, per collocarli su nuovi piani producendo inedite stratificazioni di senso. Citazioni colte si mischiano così a elementi provenienti dall’immaginario pop come in Vanitas, dove il tema della caducità della vita è raccontato attraverso una natura morta dal sapore contemporaneo, oppure in Peso, dove la figura mitologica che porta eroicamente il peso sulle spalle è collocata in uno spazio indefinito, privo di contesto, assumendo le sembianze di un eroe moderno. Archetipi del Contemporaneo si configura dunque come un dialogo aperto che punta i riflettori sull’attualità e la peculiarità della ricerca di Luca Freschi e Antonio De Luca, accompagnando il fruitore in un viaggio unico nel loro universo creativo, in bilico tra passato e presente.
La mostra sarà visitabile fino al 26 giugno 2022, da giovedì a domenica con orario 15:30 – 19:00, previa prenotazione. Per informazioni: info@umagallery.it – 334 6109425
UMA GALLERY – Via Cesare Magnani Ricotti, 2, 28100 Novara (NO) – 334 6109425 – info@umagallery.itWWW.UMAGALLERY.IT
Luca Freschi (Forlimpopoli, 1982)
Si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sezione Pittura. In questi anni ha intrapreso una ricerca basata sull’alterità della figura umana e sulla memoria, personale e collettiva, tramite l’utilizzo della tecnica del calco. Ha partecipato a varie esposizioni collettive e personali tra le quali si segnalano: 51° edizione del Premio Campigna, presso la Galleria d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni di S. Sofia (FC) e Open 12, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni presso l’Isola di S. Servolo di Venezia (2009); nel 2011 vince la 1° edizione del Premio OPERA, presso la Biblioteca Oriani di Ravenna. Fra le recenti mostre personali si ricordano: nel 2019 Nec spe nec metu, Palazzo del Monte di Pietà, Forlì (FC); nel 2018 Rust Never Sleeps, Zeit Gallery Pietrasanta (LU); Out of Memory, Art & Space Gallery, presso il Mandarin Oriental Hotel, Monaco di Baviera (D); Volatili apparenze, presso il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto(BO); Lacrimae Rerum, presso la Galleria dell’immagine di Rimini nel 2014 e Simplify and Disobey, presso la Galleria Stefano Forni di Bologna nel 2013. Fra le collettive più importanti: Cuatro Series, Galeria Lucia Dueñas, Oviedo (E), 2021; Nature inquiete, Monastero di Camaldoli, (AR), 2021 e Chiesa di Santa Maria dell’Angelo, Faenza nel 2020; Italy Korea, Art & Culture – Acknowledging the Differences, Museo Nazionale di Ravenna nel 2018; La scultura è una cosa seria, Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia nel 2016; Martyrium, presso il M.E.A.M di Barcellona e la Biennal Internacional d’Art presso la Pobla de Segur, Lleida (E) nel 2014. Nel 2020 è invitato al MAC di Lissone con l’installazione Asàratos òikos; sempre nello stesso anno il progetto Cariatidi è ospitato presso il Museo Ebraico di Bologna e, nel 2019, alla 6° Biennale del Mosaico Contemporaneo presso il Museo Nazionale di Ravenna. Nel 2017 è invitato in Corea alla Gyeonggi International Ceramic Biennale e, nel 2015, viene selezionato come finalista al 59° Premio Internazionale della Ceramica di Faenza. Alcune delle sue opere sono state vincitrici di premi nazionali e acquisite in collezioni pubbliche italiane e spagnole. Attualmente collabora con importanti gallerie italiane e europee. Vive e lavora a Meldola (FC).
Antonio De Luca (Pompei, 1977)
Dopo il conseguimento del diploma presso l’Istituto d’Arte Benvenuto Cellini di Valenza decide di seguire la sua inclinazione artistica frequentando le lezioni del corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Negli oltre vent’anni di attività la sua opera ha subito profonde mutazioni. Oggi lavora principalmente utilizzando la carta da spolvero, i colori a olio e la ceramica. Elementi distintivi della sua produzione sono le colature e gli aloni che la pittura a olio lascia sulla carta da spolvero, e la spazialità sospesa e mai definita entro cui si muovono i suoi soggetti. Nel suo lavoro la pittura a olio si unisce alla ceramica in opere che superano la mera pittura per assumere una dimensione ambientale di conquista dello spazio circostante. De Luca colloca sulla parete elementi tridimensionali in ceramica, le espansioni, assegnando in questo modo un valore installativo al suo intervento. Lo spazio indefinito del dipinto si fa così tangibile e misurabile all’esterno della superficie pittorica. Vaghe figure femminili senza un volto ritratto, una fauna maestosa, fiori dall’elegante essenzialità e, infine, frammenti di statue antiche sono i soggetti che l’artista traccia sulla carta o riproduce sulla ceramica in opere che spaziano dalle grandi carte dipinte ai preziosi gioielli d’artista. Negli ultimi anni si è dedicato anche all’attività curatoriale come direttore artistico di mostre ed eventi. Tra le sue mostre più importanti si segnalano: Fragile bellezza. Arte per il corpo, a cura di Lia Lenti e Domenico Maria Papa, Palazzo Valentino, Valenza, (2021); Il bosco di fuori, Artsite Residenze Reali, a cura di Domenico Maria Papa, Palazzina di Caccia di Stupinigi, (2019); Bestiario, Galleria d’arte Il Vicolo, Milano, (2018); Il profumo dei fiori di carta, Galleria d’Arte Il Vicolo, Genova, (2016); INTO THE GARDEN AGAIN, a cura di Zaira Beretta, con presentazione di Domenico Maria Papa, ZAION Gallery, Biella, (2016); 900. Cento anni di creatività in Piemonte, a cura di Marisa Vescovo e Maria Luisa Caffarelli, sedi varie, Alessandria e Provincia (2009) e Bestiario – Mitologia del contemporaneo, a cura di Martina Gagliardi, Museo di Sant’Agostino, Genova (2011).