ITALGAS COMMISSIONA UNA NUOVA OPERA D’ARTE PUBBLICA PERMANENTE A TORINO
E’ stata inaugurata a Torino, in Largo Regio Parco, la nuova opera permanente di arte pubblica progettata dall’artista Oliviero Rainaldi. Flammarion, questo il nome dell’installazione, è stata commissionata da Italgas nell’ambito del redesign della piazza torinese con il plauso della commissione Arte pubblica presieduta dalla Sopraintendente Dott.ssa Luisa Papotti
Abruzzese di nascita ma romano di adozione, Oliviero Rainaldi (Caramanico Terme, 1956) oggi vive e lavora tra l’Italia e l’estero. Artista di fama internazionale, Rainaldi esordisce nel 1976 con la sua prima mostra personale a Venezia. La sua opera è incentrata sulla figurazione, un pretesto per condurre un’indagine più ampia – intima e sistematica –, sull’essere umano attraverso i diversi linguaggi del disegno, della grafica, della pittura e della scultura, mettendo in luce la grande fede che l’artista ripone nell’arte quale strumento di conoscenza del mondo interiore. Quarantacinque anni di instancabile ricerca che conducono Rainaldi a studiare e rivisitare con finezza la cultura classica attualizzandone i messaggi e coltivando da sempre l’esercizio della committenza, pubblica e privata: “un’appassionante e antica prassi”, come la definisce l’artista, dove Rainaldi dal 2005 trova uno spazio nuovo in cui esprimersi, un universo di maggior respiro sia in termini di dimensioni che di internazionalità.
La sua prima commissione è una monumentale scultura in bronzo realizzata per il Frederik Meijer Sculpture Park, nel Michigan. Negli anni si susseguono altre importanti e prestigiose commissioni: nel 2011 l’opera Conversazioni, omaggio a Giovanni Paolo II, una scultura in bronzo collocata in Piazza dei Cinquecento a Roma; nel 2015, Neptune, una scultura in marmo Crystal White realizzata per celebrare i 100 anni della casa automobilistica Maserati; nel 2019, Infinito Campari, un’opera monumentale in marmo bianco di Carrara, commissionata in occasione dei 160 anni dell’azienda Campari e collocata nella sede di Sesto San Giovanni, all’interno di un labirinto vegetale, parte integrante dell’opera.
Nello svolgere questi prestigiosi incarichi, tra l’artista e la committenza nasce una profonda collaborazione, il punto di partenza di ciascuna riflessione progettuale declinata poi con assoluta libertà espressiva, facendo interagire spesso materiali e supporti inediti. E’ quello che è accaduto anche a Torino, dove Rainaldi è stato chiamato a progettare per Italgas un’opera monumentale concepita come un’installazione diffusa, al fine di riqualificare l’area dove sorgono le sedi della società, in Largo Regio Parco. L’opera, intitolata Flammarion, è composta da un gruppo scultoreo principale articolato in più elementi, collocato davanti al civico 9 – sede di Italgas–, e da due elementi scultorei singoli –segni sottili ed eleganti–, posizionati rispettivamente al civico 11 di Largo Regio Parco e al civico 4 di Corso Palermo. Nella sua collocazione diffusa sul territorio urbano, Flammarion si ispira al concetto delle costellazioni quali insiemi di corpi celesti distribuiti nello spazio con uno schema geometrico riconoscibile, studiate e divulgate a fine Ottocento dall’astronomo Camille Flammarion.
Il gruppo scultoreo principale è formato da sette colonne in acciaio –quante sono le lettere che compongono la scritta Italgas –, sormontate da sette figure umane, realizzate in fusione di alluminio, che si ergono come fiaccole antropomorfecreando il profilo di una fiamma ardente come quella del logo storico dell’azienda. A rafforzare questo concetto è anche la loro colorazione blu cangiante, ottenuta con una verniciatura speciale che cambia continuamente con il mutare della luce, suggerendo il moto perpetuo della fiamma. Le sette colonne, fissate su un basamento a forma di lettera Omega, formano idealmente un cerchio che permette di accogliere ed abbracciare il fruitore, fornendogli un nuovo punto di vista sull’opera.
Un’opera monumentale complessa e ricca di rimandi simbolici, che Rainaldi progetta seguendo regole precise per la ripartizione dello spazio e la proporzione fra gli elementi. Un rapporto che si fonda sul numero matematico due e i suoi multipli: due come elemento simbolico che rappresenta la sapienza, la parola divina, il verbo. Un numero capace di cogliere il senso della dualità innato negli elementi: positivo/negativo, materia/antimateria, macro/microcosmo lo stesso dualismo che è presente in una fiamma, che brucia e dunque può distruggere ma anche creare calore. L’artista si misura ancora una volta con lo spazio urbano dimostrando, anche in scala monumentale, la capacità di conservare il suo linguaggio essenziale, semplice e asciutto, che ricorda la semplicità e l’eleganza della scultura medievale, trasportandoci in una dimensione sospesa, fuori dal tempo.
Testo di Beatrice Audrito
Ph Piero Mollica