a cura di Beatrice Audrito
25 giugno | 30 settembre 2021
Parma, Circolo del Castellazzo
Il Circolo del Castellazzo di Parma è lieto di presentare Vanitas, la mostra personale dell’artista Maria Riva Christiansen (Oslo, 1978), a cura di Beatrice Audrito. Il progetto, promosso dal Circolo del Castellazzo, è patrocinato dal Comune di Parma in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021.
In mostra una ventina di opere realizzate con tecniche fotografiche antiche, dove l’artista riflette sul tema della Vanitasaffrontando soggetti classici quali l’anatomia umana, la natura morta e l’architettura con uno sguardo rivolto al passato, alla caducità della vita e alla fragilità delle cose del mondo. Immagini delicate, ottenute tramite complessi processi di manipolazione del negativo in fase di sviluppo e metodi di stampa a contatto come la calotipia –una tecnica inventata da William Henry Fox Talbot intorno al 1839– e la cianotipia –ideata dall’inglese John Herschel nel 1842–, delle quali Riva Christiansen si serve sin dagli anni duemila per esplorare le possibilità creative della fotografia analogica, trasformando i suoi scatti in visioni senza tempo. Grazie a questi antichi metodi di stampa fotografica, sfruttando la reazione chimica delle sostanze mediante esposizione del negativo ai raggi UV, l’artista dà forma alla sua visione realizzando cianotipi che si colorano del caratteristico blu di Prussia o calotipi dal gusto antico. Fotografie e composizioni ricche di rimandi simbolici, poi stampate su carte porose, con le quali Riva Christiansen si riappropria di una nuova dimensione del tempo attingendo liberamente dalla cultura classica e contemporanea, in una commistione di tempi e di luoghi che rende eterno ogni scatto.
Come racconta l’artista, «il mio amore per la cianotipia, oggi detta anche blueprint, è nato nel 2008, durante un periodo di studio Erasmus a Granada. A rapirmi è stato prima il suo colore, quel blu intenso che dà vita all’immagine fotografica e mi riporta alle mie origini, al colore del mare scandinavo. Poi la magia dello sviluppo. La cianotipia è una tecnica antica che richiede un’attenta preparazione manuale: quando creo mi sento come un alchimista che dosa e combina sapientemente le sostanze acide con la luce del sole per rivelare l’immagine».
Oggi la ricerca di Maria Riva Christiansen muove verso nuovi orizzonti fotografici, temi e configurazioni ancora da scoprire che l’artista indaga servendosi sempre della cianotipia per preservare la bellezza, quello spirito delicato ed elegante custodito nelle sue fotografie.
Maria Riva Christiansen
Nasce a Oslo (Norvegia), nel 1978. Dopo aver compiuto gli studi in Europa, si trasferisce in Italia per completare la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove nel 2010 si diploma in Pittura con il massimo dei voti, con il maestro Omar Galliani.
La sua ricerca artistica ha inizio negli anni duemila, quando Riva Christiansen sperimenta e fa proprie le tecniche della pittura ad olio e del disegno dal vero frequentando l’atelier del maestro toscano Mario Ginocchi (2001-2007). Affascinata dalle tecniche grafiche antiche, in questi anni l’artista si avvicina anche alla litografia, alla xilografia e all’incisione. Nel 2007, grazie ad un programma di studio Erasmus, frequenta la Facultad de Bellas Artes Universidad de Granada, dove sperimenta per la prima volta alcune tecniche fotografiche antiche come la cianotipia e la stenoscopia (Pinhole) o tecnica della camera oscura, con sviluppo e stampa di negativi in bianco e nero. Questa esperienza segnerà profondamente il percorso artistico di Riva Christiansen che, colpita dalle possibilità offerte dalla fotografia analogica, orienta la sua ricerca in campo fotografico verso processi di manipolazione del negativo in fase di sviluppo e tecniche di stampa a contatto, prediligendo la tecnica della cianotipia.
Incuriosita dalla possibilità di scoprire nuovi processi e punti di vista, nel 2010 –durante il Photoluxfestival di Lucca–,l’artista frequenta un workshop sulla fotografia naturalistica con il fotografo di fama internazionale Joe Petersburg, pietra miliare del National Geographic. Nel 2016 partecipa ad un laboratorio sulla tecnica del banco ottico tenuto da George Tatge presso gli spazi di LABottega (Marina di Pietrasanta) e, nello stesso anno, ad un workshop sulla fotografia istantanea (Polaroid) con il fotografo Maurizio Galimberti, in occasione del Festival di arte contemporanea Parma 360. Da queste esperienze scaturirà un nuovo ciclo di opere, realizzate con medium e supporti diversi.
Tra le mostre e i progetti più importanti: nel 2011 la personale Blu-Cianotipia alla Fondazione Arkad di Seravezza –nello splendido complesso architettonico adiacente a Palazzo Mediceo–, sede di Seravezza Fotografia, festival internazionale della fotografia d’autore. A questa seguono la partecipazione alla Biennale Internazionale d’Arte di Montone (PG) e alRiomagno Foto Festival, nelle edizioni 2011-2012 e, nel 2019, la mostra In perpetuum, un dialogo tra archeologia e arte contemporanea al Museo di San Caprasio di Aulla.
Vive e lavora tra Monaco (MC) e Forte dei Marmi.